martedì 30 gennaio 2018
Da ragazzino mi distraevo talvolta pensando: "bi-gi". Beautiful girl. Era la mia sigla segreta per dirmi che mi occorreva incontrare una Bella Girl con cui... non sapevo nemmeno io cosa, non sapevo perché. Sapevo solo che era un mio desiderio insopprimibile. Quando mi succedeva qualcosa di bello, pensavo subito "bi-gi", come se fosse una formula beneaugurante da sfruttare nei momenti di fortuna. Quando mi succedeva qualcosa di brutto, pensavo subito "bi-gi", come formula consolatoria per riavermi d'animo. Neppure io sapevo come dovesse essere una "bi-gi". Sapevo solo che doveva essere interessata a me: ed era esattamente questo che l'avrebbe resa "beautiful". Non riuscivo ad immaginare gli estremi della scala (bellissima o bruttissima) perché erano casi talmente troppo rari che non valeva la pena pensarci. Le donne, come gli uomini, sono tutti "nella media", e lo sapevo bene. Non sapevo neppure cosa avrei potuto dare io, se non il ricambiare i sentimenti. Desideravo innamorarmi di una che desiderasse innamorarsi di me. Pensavo che l'amore fosse la somma di due solitudini che decidono di cooperare. Sapevo che ci si poteva innamorare non ricambiati (dopo che ti capita la prima volta, hai una lezione di vita incancellabile): per questo il punto fondamentale era una che "volesse" innamorarsi di me. Io ero pronto ad "innamorarmi" di una del genere. Dovevo solo imbattermi in lei, e lei avrebbe dovuto solo dare un singolo inequivocabile cenno, e sarebbe stato l'amore di una vita intera. Non avrei rifiutato nessuna. Sto ancora aspettando che me ne capiti una.
domenica 1 marzo 2015
Quella dolcissima sensazione che precede l'innamorarsi. Quel momento in cui quasi ti manca il fiato perché temi che il tuo respiro rompa il silenzio. Quegli sguardi che ti tornano in mente, quell'imbarazzo che provavi nel non saper che dire, quelle unghie coperte delicatamente da smalto, quei capelli naturali. E quel desiderio di capire “perché lei”, di sapere cosa l'ha condotta a te anziché a un altro. E quella paura di risvegliarti e di accorgerti che il sogno è finito con la solita doccia fredda. Magari domattina è già ridotta ad un ricordo. Magari venerdì scopri solo il suo cognome, o addirittura il suo numero di telefono. Anche lei ti sta studiando e vuol capire “perché tu”. Anche lei è capace di nascondere i suoi sentimenti. Ma vive su un altro pianeta, e le probabilità che il sogno si avveri sono scarsissime. Ma per stanotte si può sognare.
lunedì 25 agosto 2014
All'improvviso, il dramma: la donna che amavi scompare, attratta talmente tanto da un buzzurro che ti ha già dimenticato. E tu che per sere intere continui a pensare a lei. Si chiamava Enza. Dopo tutti questi anni ritrovo per caso la sua foto e sorrido con tristezza. Non ricordo più il suo cognome, non saprei nemmeno come trovarla su facebook.
martedì 12 agosto 2014
Alcune settimane fa un collega di lavoro tentò il colpo della sua vita. Con un giro di parole riuscì a coinvolgermi in una discussione riguardante un suo problema (era in arretrato sul suo lavoro) e a convincersi che io gli avrei dato una mano (cioè risolto il problema al posto suo). Io non ricordo cosa ho detto. Può darsi persino che io abbia detto “non preoccuparti, ci penso io”. Ma se l'ho detto davvero, è perché in quel momento non avevo capito che stava scaricando su di me la fastidiosa responsabilità. Così, quando alle quattro del pomeriggio mi scrive su skype per chiedermi “a che punto siamo”, io casco dalle nuvole. A che punto siamo di cosa? Lui accenna a quel problema. Resto per qualche secondo fermo a riflettere su quale risposta dargli. “E io che c'entro?” no, troppo offensiva. “Ma cosa avevi capito?” no, ancora più offensiva. Allora cerco di prendere tempo: “non so che dirti, tu cosa hai fatto finora?”. Niente, niente di niente. Aspettava proprio che lo facessi io. Se non avesse aggiunto altro, forse mi sarei lasciato commuovere. Ma nell'urgenza di rifilarmi la rogna si lascia sfuggire: “mi avevi detto che ci avresti pensato tu”. E allora divento un blocco di cemento ghiacciato. Gli rispondo che non ricordo di aver mai detto una cosa del genere. Lui insiste, e io aggiungo che “può darsi” che lui abbia capito male, e lui insiste ancora e io ribatto che non sono in grado di fare una cosa del genere tanto meno nel tempo rimasto, e che proprio per questi motivi non sarei stato capace di promettergli alcunché. Il collega è furbo e perciò incassa la temporanea sconfitta senza aggiungere altro. Sa che in questi casi l'insistenza è deleteria. Mi chiedo se abbia capito di essersi giocato una carta preziosa.
lunedì 11 agosto 2014
Ora lei non mi risponde da più di un mese. Non mi ha cancellato da skype. Vuole tenere il broncio e aspettare che io faccia un passo avanti. Non sopporto l'idea di doversi trattare da estranei in attesa che uno dei due si decida a recitare la parte del chiedere perdono (poiché la mia non sarebbe una recita: io sono pressoché sempre capace di essere sincero). Così sto resistendo alla tentazione di chiamarla. Voglio proprio vedere quanto dura. So che durerà ancora un bel po' perché siamo in estate. Starà andando al mare. Con la sua comitiva di bellimbusti e di viscide amiche. Tutti preoccupati di appaiarsi o di trovare qualcosa da sfruttare (anche solo guardando, anche soltanto fantasticando). Magari è stato proprio qualcuno della comitiva a sparlare di me e a metterle qualche strana idea in testa e a convincerla che sono io quello che deve farsi perdonare. E che il prezzo del perdono deve essere fastidiosamente alto e umiliante. Oppure semplicemente io non sono mai stato nessuno per lei, al più un animale da compagnia nei momenti in cui nessuno della comitiva è presente sul suo facebook. La gente, infatti, ha le sue cose da fare. La gente ha una vita piena di impegni. Lei no. Lei vive in attesa di un evento. Vive in attesa di qualcosa che non arriva mai. Non sa neppure lei cosa. Non lo desidera nemmeno. Vive come quando sta davanti alla tv in attesa che trasmettano qualcosa di interessante, subendo programmi e pubblicità che continuano ad annoiarla. Per lei vedermi umiliato significherà potersi vantare con qualcuno di avermi dato una bella lezione. Di aver scoperto un mio errore nei suoi confronti in modo che lei - novella principessa - potesse riflettere e decidere quale scotto farmi pagare prima di guadagnare il suo perdono. Quando saranno passati diversi mesi, forse dimenticherà tutte queste scemenze, e tornerà a contattarmi.
lunedì 4 agosto 2014
Come quel tizio che diceva: ho bisogno di fare sesso altrimenti impazzisco. In realtà è già impazzito, è già schiavo, è già drogato. Quando hai bisogno assoluto di qualcosa “altrimenti impazzisci”, significa che sei già impazzito. Un conto è desiderare qualcosa (anche il desiderare sesso), ben altra storia è dichiararsi “impazziti” se non si viene subito assecondati: è esattamente il problema dei drogati. E purtroppo vale anche nel campo dei sentimenti.
domenica 3 agosto 2014
La totale dipendenza da industrie esterne. Qui in Italia si producono solo maleducazione, ignoranza e disoccupazione. In casa ci sono sempre meno oggetti prodotti in Italia. Tutta la ricchezza accumulata in anni e anni di sacrifici dei nostri nonni è stata scialacquata per far vivere noi e i nostri figli. Tra poco non ci sarà più nulla da scialacquare.
sabato 2 agosto 2014
Da molto tempo questa società ha ridotto le sue fondamenta ad un solo pilastro: quello dell'ingordigia. Per corrompere qualcuno è sufficiente far leva sull'ingordigia, generalmente sessuale, ma può andar bene anche altro: basta informarsi con pazienza. Una donna che mi accusava velatamente di qualcosa, stava semplicemente fissando il prezzo del perdono che voleva vendermi. Così quando ho solo accennato all'idea di ripararle il filo tra le due stanze, mi ha caldamente invitato ad andare da lei... munito di filo nuovo e attrezzi.
mercoledì 2 luglio 2014
Le donne hanno un potere misterioso: la debolezza degli uomini. C'era un conoscente che ha perso la testa per una vecchia immigrata. Lui sotto i quarant'anni, lei sotto i sessanta ma “molto giovanile”. La vecchia strega aveva capito che lui voleva solo avere qualcuna da portare a letto gratis e si prestava bene dilazionandogli il pagamento. La ricarica telefonica, la bolletta pagata, il conto del meccanico, le richieste crescevano. Lui mi diceva che forse c'era amore e io gli facevo notare che forse c'erano solo altri pagamenti più grossi e impellenti. Quando finalmente lei tutta piagnucolosa gli ha detto che non aveva i soldi per pagare l'affitto di casa, lui finalmente ha cominciato a insospettirsi. Lei allora è passata alla fase due: quella dei ricatti. Dai ricatti morali (“vuoi dunque farmi finire a battere i marciapiedi?”) ai ricatti veri e propri (roba da chiamare subito la polizia). Sono mesi che lui non mi dà più sue notizie. Se mi telefona, gli ricordo che lui mi aveva detto: non è questione di soldi, forse c'è amore. Da parte di una vecchia babbiona sanguisuga, esatto.
mercoledì 18 giugno 2014
Sono sensibile. Scopro di esserlo perché le delusioni da persone in cui avevo fiducia mi fanno star male. Sono ancor oggi schiavo dell'idea che si possa dar fiducia almeno a chi la merita. E poi al momento del bisogno - del “mio” bisogno - si tirano indietro con la stessa foga che se avessero visto un topo morto al centro del salotto.
Le delusioni della vita ti forgiano, certo, ma com'è facile dimenticare che il miglior modo di prendere una delusione è quello di far intuire agli interlocutori il proprio sincero interesse. Tanta “forgia” poteva essere risparmiata. Tante inutili delusioni, alle quali abbiamo collaborato noi stessi.
martedì 17 giugno 2014
Mi ha chiesto con aria seria: dimmi la verità, come stanno le cose? Fino ad oggi non gliene importava niente e ora all'improvviso recita questo gesto coraggioso del chiedere come stanno le cose. Vuole solo una notizia conclusiva. Come di chi vede un film giallo e dice: mi ha stufato, datemi direttamente il finale, chi è il colpevole?
lunedì 16 giugno 2014
La fanno facile. “Trovi una donna, ti sposi”. Stavolta gli ho risposto: “vinci alla lotteria, ti compri una casa”. Ma l'ironia non è stata capita. Chi parlava non aveva intenzione di capire. Inutile tentare di ragionare con chi ha solo frasi preconfezionate. Come se fosse facile trovare una donna da sposare. Perfino con le sanguisughe disperate è un problema, perché quando si rendono conto che sei ricattabile cominciano ad alzare il prezzo. Proprio come fanno gli strozzini.
sabato 14 giugno 2014
Invidio quelli che portano a spasso la donna... in un SUV o in un Mercedes. Li invidio perché possono dare ad una donna una soddisfazione molto ricercata: quella del benessere. Se non fossi single, li invidierei lo stesso. Mi sforzo di pensare che io avrò qualcosa da poter dare a una donna, qualcosa che loro non hanno. Ma il benessere delle altre coppiette in Mercedes lo noteremmo sia io che la mia futura eventuale donna.
sabato 7 giugno 2014
Era una patetica prostituta. Avanti negli anni, stufa della vita, in attesa di trovare qualcuno che la usasse e le pagasse la spesa. Colsi quell'attimo in cui era ridiventata umana e le dissi che aveva un'aria stanca. Non aggiunsi altro. Per una frazione di secondo restai in silenzio e poi sparii del tutto, senza neppure voltarmi, senza aspettare una risposta.
venerdì 6 giugno 2014
Una giovane prostituta che si vanta di essere di buona famiglia. Abituata ad un flusso di soldi enorme (in entrata e uscita), non può fare a meno di prostituirsi perché i soldi che ha da parte le finirebbero in 48 ore. Come tutte le prostitute, ogni tanto ha un momento di umanità sincera. Dimentica di essere una macchina dedicata a certe cose. Viene fuori per un attimo l'anima. Un soffio momentaneo di innocenza. Dura un attimo. In quell'attimo le si potrebbe parlare al cuore. Tutto o niente. Un attimo dopo la sua anima è già di nuovo nell'inferno. Molti maschietti ci cascano, e pensano che quell'attimo duri, e reagiscono malissimo. Una volta ci sono cascato anch'io. Pensavo che l'attimo durasse due attimi e non avevo nemmeno iniziato a parlare che già mi rendevo conto di stare a far la predica al muro, anzi, ad un animale beffardo e cinico. Avvenne molti, molti anni fa. Fu così bruciante che lo ricordo ancor oggi: un'esperienza che mi ha vaccinato. Per questo, quando la giovane benestante torna umana per una frazione di secondo, non mi lascio abbindolare. Non mi interessa una donna che è sporca nel corpo oltre che nell'anima. Non sono un salvatore di prostitute. Non ho nessuna remora. Non ho nessun motivo per entrare in contatto con loro. L'ho attirata, non so perché. Si è accorta di me per un attimo: ma sapevo già che l'attimo dopo ero di nuovo il potenziale cliente da attirare, e non sono caduto nella trappola.
lunedì 26 maggio 2014
lunedì 12 maggio 2014
Se io avessi fatto una cosa del genere (un annuncio su Topolino per scambiare cartoline) e qualcuno me la ricordasse, sarebbe bellissimo sentirselo ricordare, addirittura riavere una foto di quell'annuncio. Forse sto diventando vecchio: comincio ad amare i miei ricordi di infanzia, comincio a considerare preziose le cose che scopro di quando ero piccolo, quelle dovute alla mia volontà, alla mia fantasia, ai miei sogni e ai miei desideri.
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