Intrattengo una piacevole corrispondenza con tante donne. Facebook, commenti sui blog, messaggi nei forum, email, SMS. Sono tutti strumenti “passivi”. Leggi quando ti va, rispondi quando ti va e come ti va. Hanno tutto il tempo di reagire, capire, spiegarsi. Normalmente la comunicazione scritta dà spazio a equivoci perché non tutti sanno utilizzare la lingua italiana e allora ti sparano un'espressione apparentemente dura e cruda solo perché non sapevano ingentilire, solo perché sfuggiva loro qualche sinonimo appropriato. Intrattengo una piacevole corrispondenza perché spero che qualcuna di loro prima o poi si invaghisca di me. Ma tutte queste donne, anche quando fossero segretamente a caccia di un marito, finora hanno sempre fatto in modo che il rapporto con me non vada al di là dell'amicizia. Di certe donne mi domando come mai riescano a confidare a me cose di cui non hanno il coraggio di parlare con i rispettivi mariti. Hai un marito (cioè uno con cui hai deciso di condividere tutto, “gioie e dolori”), ci vai perfino a letto dicendogli che lo ami, e poi non riesci a confidarti con lui ma ti confidi con uno come me (sapendo bene che io desidero stare insieme ad una donna). Perché lo fai? Perché?
lunedì 18 ottobre 2010
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