Sono un eterno precario. Non soltanto col lavoro ma anche con la vita. Sono nelle condizioni di chi non fa più fatica ad ammettere le proprie sconfitte e si rende conto che anche ammettendole non cambia niente. Mi sento vecchio non per l'età o per la salute, ma per il numero di promesse a cui ho creduto e che non sono state mantenute. Mi sento vecchio perché le donne da cui sono attratto sono tutte già impegnate, oppure mi vedono come fumo negli occhi, oppure si ostinano a vedermi come amico. Mi sento vecchio e precario perché il mio lavoro consiste anzitutto nel convincere i capi che ho lavorato davvero e che sto lavorando davvero. Precario, vecchio e precario: così ho passato i migliori anni della mia vita.
sabato 13 novembre 2010
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