Per qualche attimo si vedeva la sua mano sinistra aggrapparsi ad uno dei sostegni. Poi non ho visto più niente per qualche minuto, e quando la studentessa si è spostata, ho notato che la mia “principessa” (uffa, devo ancora trovare un nome adatto, ancora non mi è venuta la giusta ispirazione) aveva finalmente trovato posto a sedere, addirittura nella mia direzione, ma anche stavolta ho evitato quanto più possibile di incrociarne lo sguardo. W la timidezza.
mercoledì 19 maggio 2010
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