venerdì 2 marzo 2012

Tra le caratteristiche tipiche degli schiavisti si distingue quella del cambiare improvvisamente discorso. Provate ad immaginare cosa significa, nel bel mezzo di una discussione sulle antiche filosofie orientali, sentirsi chiedere a bruciapelo la dimostrazione di un teorema di matematica superiore. Mentre state ancora riprendendo i sensi e cambiando l'impostazione del vostro cervello da “orientali” a “matematica”, all'improvviso esige il vostro assenso ad una questione di politiche sociali. Mentre state ancora impostando il vostro dizionario da “matematica” a “politica”, vi ferma per chiedervi conto dei dettagli storici di una guerricciola ottocentesca che non avevate mai sentito nominare prima. Dietro tutto questo, ancor prima del desiderio di farvi apparire imbecilli, distratti e impreparati, cova solo l'ansia. L'ansia del capo-capetto che non appena sente che una discussione (ossia il terreno fertile dove esercitare la propria insulsa vanteria, la propria manifestazione di predominio) sta per terminare, immediatamente ne avvia un'altra, pescando a caso tra gli argomenti meno gettonati, meno interessanti e meno pertinenti. Pretendendo, da voi, una risposta adeguata a nutrire la sua boria. Per il capo-capetto conta solo manifestare (autoritaristicamente) il suo predominio, il suo status di persona importante, indispensabile, incaricata di dare ordini casuali (ma all'apparenza intelligenti) e di esigere che vengano rapidamente e perfettamente eseguiti.

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