venerdì 8 novembre 2013

C'è gente che passa gran parte della sua vita nel bagno. Uno che abitava qui con noi, lussuoso figlio di papà che poteva permettersi una stanza singola, aveva tutto un suo rito. La mattina, appena sveglio, andava al bagno e ci faceva di tutto. Doccia, barba, cacca, bidè, denti, cremine, profumo, shampoo, magari altra doccia e altra cacca. Pareva che non uscisse mai da lì dentro. Quando finalmente si decideva ad uscire, l'aria nel bagno era irrespirabile: un coacervo di odori di profumi, lacca, creme, dopobarba, balsami, saponi, unguenti. E naturalmente disordine dappertutto, pantofoline, tovaglie, tutto lasciato dappertutto. Poi spariva per mezza giornata, rientrava a ora di pranzo, e ripeteva tutto quel lunghissimo rituale. Quindi spariva per tutto il pomeriggio e la sera e, rientrando tardi, ripeteva nel bagno nuovamente tutto il rituale. Qualche volta è rimasto a casa a poltrire, ma senza mai mancare l'appuntamento col bagno. Ci sono persone profondamente religiose che non mancano mai una preghiera. E ci sono persone religiosamente attaccate al bagno. Specialmente quando hai qualcosa di urgente da lasciarvi.

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