martedì 9 agosto 2011

Le due amiche si consigliavano fra loro. La prima, per non sentirsi dire che è ingenua, diceva che la carne è debole, diceva che è impossibile resistere alle tentazioni. Cioè tentava di dire che se un uomo la rivolta come un calzino lei non si sentirebbe assolutamente colpevole. La seconda faceva la morale e ripeteva continuamente divieti: non devi, non puoi, non dovresti, non dovrai. Ma qualcosa mi dice che era della stessa pasta: anche lei non aveva il coraggio di resistere all'uomo che ha deliberatamente stabilito essere suo fidanzato. Vorrà mica perdere il fidanzato per qualche “no” di troppo? Le donne oggi sono schiave di una mentalità ottusamente maschilista, mentalità abilissimamente nascosta nelle pieghe della lingua italiana. Non importa chi sia cacciatore e chi preda: importerebbe, in una società normale, che un uomo o una donna siano liberi di porre al proprio partner precisi limiti e precise condizioni perché la propria dignità sia rispettata. Gli uomini ci riescono (fin troppo). Le donne non ci riescono più. La rivoluzione sessuale (“il sesso è mio e lo gestisco io”) ha finito per trasformare le donne in schiave (“il sesso non è più mio e me lo gestisce lui”).

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