mercoledì 3 agosto 2011

Sarà il caldo dell'estate, sarà la faciloneria, ma la giovane commessa si ritrova incinta e il padre dell'innocuo nascituro è uno svaccato squattrinato che vorrebbe darsi alla fuga ma non riesce a scappare perché è ancora troppo comodamente attaccato alla gonnella di sua madre. Ognuno di noi (io stesso, tu stesso) potrebbe essere nato per un “incidente” come questo (“eppure avevano preso tutte le precauzioni!”) ed aver avuto la fortuna di essere lasciati nascere nell'indifferenza piuttosto che essere uccisi da un medico abortista per poi essere gettati nel secchio dei rifiuti ospedalieri. “Tutte le precauzioni”: ogni volta che sento pronunciare queste parole provo una strana sensazione, un misto tra paura (“potrebbe capitare anche a me?” no, a me non può capitare, perché non ho una donna e le donne in genere mi respingono molto prima di poter organizzare una sessione di sesso) e di soddisfazione (“ben gli sta”, come se la nascita di un uomo fosse una punizione per aver giocato con gli organi sessuali). Qualche tempo fa mi raccontavano di due sposi con problemi di fertilità che ci han provato per dieci anni (dieci anni di sesso sfrenato senza nessuna “precauzione”) prima di ottenere la desiderata gravidanza. Quella è l'eccezione. Normalmente avviene il contrario, avviene sempre come per quella povera commessa, sempre così attenta ad evitare “incidenti”, e invece l'incidente capita quando meno lo si aspetta, con la persona sbagliata, nel periodo più sbagliato. E nove mesi dopo un “incidente” potrei essere nato io, o potresti essere nato tu.

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