lunedì 1 agosto 2011

A volte, temendo lo sfratto (che può piombarmi addosso da un giorno all'altro) provo a riflettere a come mi organizzerei per vivere in un'automobile. Basterebbe avere in più solo una sedia e un tavolino pieghevoli, ed una tendda facilmente smontabile: così nei periodi caldi dell'anno la attrezzerei a veranda e giardino. L'ho visto farlo a dei gitanti in montagna molti anni fa, parcheggiando l'auto al lato della strada, verso il bosco. Purtroppo l'auto ha tutta una serie di punti deboli sia dal lato tecnico (manutenzione, antigelo, usura gomme, filtri e pasticche...) sia dal lato amministrativo (tasse, revisioni, tagliandi, tasse, tasse e ancora tasse) e perciò non è affatto detto che sia più economica di un normale monolocale. Ma quel che è peggio è che mi sarebbe impossibile vivere da nomade. Anzitutto per il puzzo dei gas di scarico che inquina le strade e impregna tutti gli interni delle automobili uscite da almeno 24 ore dal concessionario. Poi per il fatto che darei troppo nell'occhio in quanto sono un normale italiano anziché un immigrato clandestino dedito al nomadismo. Inoltre, per una questione igienica: mi mancherà la doccia calda mentre fuori piove a dirotto, mi mancherà la quiete per cambiarmi di biancheria mentre fuori nevica. Il nomadismo è una pratica tollerabile solo ai barbari che odiano se stessi e il mondo intero.

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