mercoledì 26 ottobre 2011

La cosa più difficile per un uomo è contattare, dopo molto tempo, una donna. L'uomo vorrebbe scrivere: “vorrei fidanzarmi con te: posso?”. Invece è costretto a scrivere tante idiozie. È costretto a quei lunghi, patetici, sdolcinati discorsi per parlare del più e del meno; è costretto ad aspettare una sua risposta; è costretto a decifrare la risposta per capire se può ancora ricontattarla, e se può ricontattarla allora capire se si può uscire per un caffè, e se magari più di un caffè, e poi tutta la fatica per vedere se ci si può frequentare, e poi finalmente capire se lei è disposta ad accettare di stare insieme, da fidanzati e magari anche da marito e moglie... L'uomo vorrebbe scrivere: “vorrei fidanzarmi con te: posso?” e invece è costretto a seguire tutta quella procedura, fastidiosa e burocratica, lunga come la burocrazia e fastidiosa come la burocrazia, un rituale di corteggiamento fastidioso e burocratico, rituale che magari lei stessa odia ma al quale non può sottrarsi perché altrimenti “cosa diranno le amiche”. Ho scritto il messaggio email ma non ho il coraggio di mandarglielo: è troppo magro, è un messaggio email troppo anoressico, si capisce benissimo che ho scritto quindici righe solo allo scopo di sapere se lei accetterebbe di uscire con me a scopo di fidanzamento. Odio gli uomini che quando si sentono soli ripescano l'agendina di “quelle che potrebbero starci”... e mi trovo involontariamente ad essere uno di loro, solo perché mi sono accorto che lei è geograficamente vicina a me e perciò ho pensato che si potrebbe uscire insieme facilmente.

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