mercoledì 1 febbraio 2012

A quell'orrido buco ti ci sei affezionato. A quelle patetiche mura, ti ci sei affezionato. A quello schifoso servizio igienico, a quel miserabile cucinino affumicato, a quelle luci tremule, quei rumori fracassoni, ti ci sei affezionato. Ti sei abituato alle facce losche che ci sono in giro. Non ti dà più peso sentire le violenze (spesso non solo verbali) degli appartamenti intorno. Sei diventato silenzioso e quasi invisibile proprio per non avere rogne col vicinato. Proprio perché sai che lo sfratto è imminente. Proprio perché sai che puoi essere gettato via per far posto ad un altro disposto a pagare qualche liretta più di te. Sei stato preciso nei pagamenti dell'affitto proprio perché sapevi che prima o poi ti sarebbe stato necessario urlare: “proprio io che sono stato sempre preciso e onesto”. Ebbene, i “padroni”, cioè coloro che hanno per virtù solo il fatto di essere figli di chi ha potuto spostare ingenti somme di denaro tra mobili e immobili, i “padroni” sono sul punto di applicare il loro ultimatum, di cacciarti di casa nel modo più meschino, chiedendoti un aumento che non sei in grado di pagare. Sanno bene che non puoi ricattarli in nessun modo, perché non hai vie d'uscita, non hai scappatoie, non hai strategie e mezzi di riserva. Il Potere è questo: forte con i deboli e debole con i forti. La tua debolezza è la loro forza, ma non puoi vincere una debolezza materiale perché il povero non diventa ricco soltanto sforzandosi di diventarlo.

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