giovedì 2 febbraio 2012

Rileggendo antiche pagine di questo blog riscopro momenti di pure emozioni, puri sentimenti, che da tempo mi sembra di non vivere più. Mi vedo ancor più stanco e affaticato. Era un'epoca in cui lavoravo duro e mi innamoravo molto. Ora mi limito a lavorare duro, ubbidendo all'ordine perentorio di inseguire soluzioni impossibili, di risolvere problemi inesistenti, di assecondare voglie di comando. Ma non vivo più quelle emozioni di prima. Il tempo passa e sembra rallentare tutto. Il mondo va avanti ma la mia vita si ferma. Le donne che cerco di tener vicine fanno di tutto per allontanarsi da me, forse presaghe di una dichiarazione che vorrebbero sentirsi fare invece da qualche proprietario di una BMW o Mercedes, dotato di enorme stipendio, fisico da fotomodello, romanticherie da filmetto americano di serie B. Finiscono poi per innamorarsi di un disoccupato spendaccione, giocatore e cinico, beffardo e volubile. Quanto è triste l'idea che la scelta è stata libera solo se è stata irrazionale. Non vogliono un uomo che le ami, vogliono una figura televisiva da sfoggiare nei discorsini con le amiche, e poi si trovano tradite e umiliate e dimenticate e ugualmente decidono di restar lontane da me.

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