martedì 10 agosto 2010

Già, è come avere il motore acceso, la marcia innestata e il piede sulla frizione. A un certo punto uno rilascia il piede (“rilasciare” costa meno fatica che “pigiare”) e l'auto comincia a muoversi. Certe occasioni sono fatte così. Il pedale pigiato è quello della malizia, tenuta schiacciata con uno sforzo che altri possono intuire ma non possono vedere. Per lasciarsi andare basta poco, basta diminuire quello sforzo. Basta “attivamente” diminuire, basta “attivarsi” per diminuire, perché anche nella più grande stanchezza tutto il resto del tuo corpo e della tua mente ti dicono che “bisogna” tener schiacciato quel pedale, bisogna tener ferma la malizia sotto i propri piedi. Tutto il mondo ti dice che è giusto e sacrosanto mettersi in moto... ma è solo perché la tua auto è già nella direzione sbagliata, il motore è già acceso e il serbatoio è già pieno. Tutta la vita precedente - aprire l'auto, entrare, accendere il motore - è stata una lista dettagliata di azioni maliziose che come le note di una canzone, prese singolarmente non hanno molto senso, hanno poca importanza, ma prese tutte insieme formano un accordo e tanti accordi dopo qualche minuto mostreranno una canzone che non potevi né capire né intuire nei primi istanti di silenzio che ti sei seduto ad ascoltarla. Così per l'auto e per il pedale della malizia: hai fatto tante cose apparentemente insignificanti oppure apparentemente dotate di ben altro significato ed ora ti accorgi che qualcosa non va più. Sai che se rilasci il piede non avrai più scuse per non effettuare il viaggio. Sai anche che ti costerà uno sforzo (e ti costerà la faccia, perché nessuno ti crederà) girare la chiave per spegnere il motore e tornare sui tuoi passi. Una voce dentro di te grida stizzita: “sei in ballo e devi ballare”. Una voce rassegnata piagnucola dentro di te: “c'è bisogno della malizia per vivere?” Poi finalmente smetti di rotolarti nei sogni e nelle preoccupazioni, ti giri nel letto e riprendi a dormire. Ma la prossima volta potrebbe non essere un sogno. Così come non lo fu due estati fa, quando ti trovasti di fronte a quel bivio.

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