lunedì 9 agosto 2010

Sabato sera l'ennesima uscita idiota. Ottanta chilometri tra andata e ritorno per una cenetta a coppie. Io, lui, lei e lei. Incredibile quanto impegno lui stia mettendo per donarmi la possibilità di andare a donne. Prima era gentilezza (a modo suo). Poi è diventata generosità (altruismo). Quindi è diventato frenetico e opprimente, come se me lo stesse comandando, come di quei genitori ossessivi che decidono che il loro bimbo “deve” avere fame e perciò “deve” mangiare. Infine è diventato ossessivo, come se mandarmi a donne fosse lo scopo principe della sua vita, la necessità assoluta di salvezza. Ha un che di religioso, questa sua ossessione. La gente è sempre religiosa, anche se sempre più spesso è religiosa in questi modi curiosi, questo “fai da te”, questa sindrome della crocerossina che impone (non “propone” ma “impone”) la sua religione di salvezza: “devo” far fare sesso al mio amico, perché il mio amico “deve” fare sesso, anche se l'amico (cioè il sottoscritto) in tutta sincerità ha già detto cento volte che non intende far sesso con una sconosciuta e non intende conoscere una donna allo scopo di scoparla. Tanto più che il sesso non è il punto di partenza. Dovevano saperlo bene le società civili, quando il sesso era una faccenda esclusiva di persone sposate, e il meretricio era l'eccezione tollerata e circoscritta. Questa società ossessionata dal sesso e ipocritamente puritana è riuscita a banalizzare e massificare non solo il sesso ma anche i sentimenti.

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