giovedì 13 gennaio 2011

La signorina del bar sulla sinistra della strada che scendeva verso il centro aveva una scollatura da sogno. Nel senso che i maschietti imbecilli quelle scollature le sognano, come se non avessero mai visto una donna. I maschietti meno imbecilli forse non le sognano, ma le guardano. Guardai anch'io quella scollatura mentre la barista mi passava il caffè. Aveva un'espressione distratta, come se fosse abituata a farsi guardare, come se il far vedere la sua scollatura fosse parte dei “servizi” offerti dal bar. Ripensando a lei mi viene una gran tristezza, come se risentissi i pensieri di tutti gli avventori del bar. Una donna così si “ammira” solo in funzione dello spettacolo (e magari della prestazione) che vogliamo che ci offra. Non è più una donna da ammirare, non è un cuore da amare, non potrà mai essere la donna che ti sta accanto nei momenti di dolore e di sofferenza: era solo una donna da utilizzare, era solo un oggetto. Quando c'era il pudore, ci sarà stata anche la bigotteria, ma si poteva ancora guardare una donna ammirando tutte le caratteristiche, non solo la merce sessuale messa in esposizione.

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