giovedì 27 gennaio 2011

Ti accorgi che stai diventando vecchio quando ti ritrovi a fantasticare di capitare in un anonimo negozietto di fumetti usati e di trovarvi tutti gli albi che ti avevano entusiasmato da bambino, comprarli in blocco, faticare nel caricarli nel furgone, sudare nel trascinarli tutti in casa e rinchiuderti in camera circondato da loro, dopo aver spento cellulari telefoni radio e sveglie e sprangato porte e finestre e lì, in pigiama, accovacciato sul tappeto, iniziare a rileggerli uno per uno, dal più datato in poi, con calma, leggero, in pace... e poter piangere liberamente, senza freni, senza vergogna, senza testimoni, nel ricordare che questo albo ti fu sequestrato per punizione, quest'altro fu distrutto dalla cuginetta, quest'altro fu perso durante quella gita in campagna, e tutti questi altri furono gettati via perché eri adulto, e provvedesti tu stesso a sbarazzartene, addirittura convinto di fare una cosa da vero adulto. Ma di tanto in tanto qualche sbiadito ricordo riaffiorava nella mente e provavi nostalgia, e la massima nostalgia era nel ricordare il piacere di sfogliare quelle pagine, il momento in cui potevi comprare un nuovo albo, il religioso silenzio con cui leggevi ogni pagina incluse le pubblicità, e di quando ricominciavi a leggere lo stesso albo un attimo dopo averlo finito... Ricordi che riaffiorano alla mente, pagine e pagine di fumetti che impreziosivano ogni minuto del tempo che non era occupato dai fardelli del Dovere (scuola, lavarsi, mangiare, eccetera). Oggi di tutti quei fumetti ci sono solo ricordi e lacrime. Ci sono solo reminiscenze e singhiozzi. Furono lezioni di vita anche nelle più banali storiette. Furono una valanga di sorrisi e un fiume di emozioni. Furono tra le migliori gioie della tua gioventù. Oggi sono solo sbiaditi ricordi, che appaiono casualmente nella tua testa nei momenti più disparati. Hai passato una quantità di ore a sfogliare quelle pagine, che se davvero trovassi quel negozietto anonimo con tutti i fumetti della tua gioventù, avresti bisogno di passare anni interi chiuso in camera a rileggerli con calma e gusto, per evitare che un'ubriacatura di bei ricordi possa stancarti già dopo le prime migliaia di pagine. Smetti finalmente di fantasticare del negozietto e della cameretta perché ti viene uno strano dolore: tutto ciò che ha allietato la mia giovinezza è davvero perduto? Tutto il dolore concentrato in ogni lacrima, tutta la mia storia, tutti i miei anni passati tra sofferenze e momenti di gioia, sono destinati a confondersi nell'insignificanza? Ognuna di quelle vignette, ognuno di quei fumetti, ognuno di quei brevissimi ma intensi momenti felici, è destinato a rimanere un ricordo sempre più sbiadito e sempre meno significativo? Ogni mia lacrima è destinata a confondersi tra le insignificanti e tutte uguali gocce della pioggia?

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti vengono generalmente pubblicati solo dopo l'approvazione dell'autore del blog.