mercoledì 2 marzo 2011

Come in un romanzo di Kafka, il dirigente mi manda dal direttore e il direttore mi manda dal dirigente. Il dirigente mi dice che debbo chiedere le motivazioni al direttore, e il direttore mi manda dal dirigente perché questi me le spieghi, e costui mi dice nuovamente che devo tornare dal direttore, e quest'ultimo mi rinvia nuovamente al dirigente... Ogni volta vengo sommerso dalle parole, parole, parole. Tante, troppe parole. Che non significano niente. Niente, niente e ancora niente. Mi dicono che devo capire, mi chiedono perché non chiedo spiegazioni, mi dicono che quel che mi hanno già detto sarebbe sufficiente a capire, mi chiedono perché sto ancora a chiedere spiegazioni, mi dicono che mi hanno già dato abbastanza ragioni, mi dicono che troverò tutto scritto. Ma l'unica cosa certa è l'ingiustizia che sto subendo, aggravata dalle loro inutili parole. Non ci sono spiegazioni, e loro spiegano. Non ci sono ragioni, e loro ragionano, razionalizzano, spiegano, aggiungono, precisano, ma senza mai centrare il punto. Li ho ascoltati con attenzione, ma non ho mai avuto spiegazioni. Un'ingiustizia si ripara facendo giustizia, non si ripara con le parole, men che meno si ripara con parole che non significano niente. Si nascondono, quei due vigliacchi, dietro le parole. Si proteggono a vicenda, perché se uno ammettesse che l'ingiustizia c'è davvero allora anche l'altro dovrebbe ammettere e rimediare, e invece i due lupi se la intendono bene, si proteggono a vicenda, sono interessati a che tutto continui come prima, poco importa se il dipendente ha dovuto subire la più plateale delle ingiustizie. Non ho mai parlato di azioni legali. Non ho mai minacciato vendette, non ho mai agitato spettri. Hanno paura di azioni legali, ma diventerebbero delle belve dall'eterna incontenibile vendetta se qualcuno tentasse un'azione legale. Vincerebbero ugualmente, e si vendicherebbero nel più crudele dei modi. Mi imbottiscono di parole ed io che continuo ad andare da loro a chiedere ragioni e spiegazioni, nella tenue speranza di vederli arrendersi alla noia e di rimediare almeno un po' allo stupido e inutile e dannosissimo torto che ho subito. Ma loro non sembrano mai a corto di parole, non sembrano mai annoiati.

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