lunedì 21 marzo 2011

Ho un'angoscia per il Giappone pur non conoscendo nessun giapponese. La TV trasmette il loro dramma, sì, ma trasmette anche tutta un'assurda ansia, un continuo dolore. I giornali si fanno in quattro a chi manifesta la tragedia più grossa, a chi ventila l'ipotesi più tragica, a chi abusa di più delle parole “terremoto”, “tragedia”, “nucleare”, “catastrofe”. Lo tsunami arriverà qui tra quindici giorni, in forma di tragedia economica. Sarò sballottato tra i primi, visto che non ho difese economiche e lo stipendio mi basta appena a sopravvivere nella decenza. Paura per quel che ne sarà della mia vita, ma dolore per quel che già ne è per la vita dei giapponesi colpiti.

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