mercoledì 23 marzo 2011

“Cos'è successo, cos'è successo?” Ma cosa vuoi che sia successo? Il grassone dice che io creo problemi. Quali problemi, vorrei saperlo anch'io, poiché lui non lavora qui ma è solo un conoscente del fanatico. Il fanatico è un conoscente del piedipiatti, e il piedipiatti è un mio conoscente. Qualcuno deve aver pensato che io, il fanatico e il piedipiatti, essendo stati nello stesso ufficio per qualche settimana, avremmo fatto comunella per lavorare meno: questa è già utopia, è già vocina insinuatrice di vecchie zitelle annoiate. Ora che siamo in tre luoghi diversi, il grassone parla di noi tre ad un emerito sconosciuto (che però ha a che fare con quest'azienda), al quale parla di un altro emerito sconosciuto (cioè parla di me) dicendo che io creerei problemi. Per un caso del tutto fortuito la faccenda è arrivata fino alle mie orecchie e mi ha fatto infuriare. Ma ti voglio pure autorizzare a pensare che creo problemi... ma però, basta, tienti per te le tue ridicole opinioni, chiuditi in quella testa vuota i tuoi ridicoli sogni, non andare spargendo in giro sospetti e insinuazioni. “Crea problemi”: due parole insignificanti, che hanno bisogno di lunghe e complesse spiegazioni. Invece, nella società di oggi, società di sospettosi e di diffidenti, società di permalosi e di suscettibili, basta dire “crea problemi” e magicamente si mettono in moto mille cose. Infatti, solo noi (pochi) che abbiamo buonsenso chiediamo “quali problemi?” Invece normalmente gli altri, al sentire le magiche parole “crea problemi”, anziché chiedere spiegazioni a chi ha insinuato la cosa vanno subito a scavare nei propri ricordi e nelle proprie fantasie qualche diceria o qualche parolina per scatenare il finimondo contro di me.

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