martedì 26 aprile 2011

L'esistenza dei tabù di oggi. Si parla di mutande. Seccato, getto lì una risposta per cambiare discorso. Ma a quel punto una donna mi domanda: “ma tu non te le cambi ogni mattina?” Penso che lo abbia domandato senza malizia, ma intanto quelle parole hanno fatto fermare il sistema cardiocircolatorio di tutti i presenti. Guai a non rispondere “sì”; anche il silenzio è drammatico. Una domanda come quella richiede l'immediata, tassativa, convincente risposta affermativa, senza dubbi, senza remore, anche quando si debba dire il falso. L'igiene - anzi, l'igienismo - è uno dei tabù dell'epoca contemporanea. Perfino la parola “lavare” sembra quasi da cafoni. Sembrava una domanda stupida (“ma non ti cambi le mutande ogni mattina?”) ma a causa del tabù igienista diventa un'accusa formidabile e furiosa. Si ferma il mondo, si fermano i sistemi cardiocircolatori di tutti i presenti, occorre una risposta. Perfino il rispondere in maniera volgare e ridanciana sottintende una risposta positiva. Il tabù impaurisce tutti, frena tutti, mette tutti nella posizione di accusarti con qualche etichetta infamante, sembra che tutto il mondo ti condannerebbe. Oggi non c'è più Stalin, ma i tabù ci sono lo stesso.

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