mercoledì 20 aprile 2011

Uno degli sport preferiti delle donne è tormentare uomini. Lei colleziona spasimanti. Si diverte a tenerli sul filo del rasoio, si diverte a tenerli al guinzaglio, si diverte a concedere loro un centimetro per poi un attimo dopo riprendersi un metro. Un vero supplizio. Poi all'improvviso scoprono più o meno tutti che si è appena fidanzata con un orang-utang conosciuto da poco, dalle improbabili caratteristiche umane, dalle improbabili sensibilità, talvolta perfino dall'improbabile status sociale ed economico. Lei continua a punzecchiare le sue vittime, continua a stuzzicare le sue cavie, lasciando presagire che da un momento all'altro pianterà il bellimbusto per stare con te... Sono passati più di undici anni. Con quel bellimbusto ci ha fatto due figli e una volta ha perfino minacciato (solo minacciato) il divorzio. Il bellimbusto è sempre lo stesso scimmione di sempre. Ho ricordato questo episodio perché ho incrociato, per caso, due miei compagni di sventura. Eravamo amici al bar, eravamo segretamente innamorati della stessa donna, sapevamo con certezza l'uno degli altri anche se non avevamo mai affrontato il discorso (per questo eravamo ancora amici) e ci venne lo stesso magone (sebbene con differenti modi di esprimerlo) quando scoprimmo che la nostra principessa era stata impalmata dal nipote di King Kong. All'epoca ne soffrii tanto, forse più degli altri, ma oggi ho capito che quando una donna odia sé stessa (sentimento talvolta espresso con uno strano, eccessivo, curioso “amar troppo” sé stessa), finisce nelle grinfie del primo che la maltratta sul serio.

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