venerdì 21 maggio 2010

Poco più di un'ora fa andavo dal capo per chiedergli come comportarci con le “novità” del cambio strumenti e per annunciargli che avevo completato un'altra sezione. Il risultato è stata quella ricca sgridata. La conseguenza è che sto perdendo tempo, non ho più voglia di lavorare, e dovrò aspettare l'ultimo minuto della giornata lavorativa per sapere se domani potrò riposare o se dovrò affrontare un'altra giornata di stress. Questo non è un lavoro pagato: mi pagano per stressarmi. Mi stressano, e nel tempo libero dallo stress riesco a lavorare e produrre. Se mi stressano poco, produco molto. Quando il capo non c'è, lo stress è poco, e riesco persino a fare le cose come le vuole lui. Quando lui c'è e gira per i corridoi sbattendo i tacchi sul pavimento e parlando a telefono come se stesse parlando con dei sordi, il livello di stress sale tantissimo. Alla sua attitudine a stressare si aggiunge infatti il suo temperamento cinico e maleducato. Non è la prima volta in vita mia che ho avuto a che fare con una persona come lui. Ma lui certamente lo ricorderò a lungo, come esempio di “cosa non si deve fare ai sottoposti”.

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