giovedì 23 giugno 2011

La vecchia nonnetta si lascia sfuggire: “ma non ho più posto a casa”. Davvero? Vive da sola in tre vani più cucina e bagno e non c'è più posto. Solo oggi ho capito i motivi per cui si può crederle. A stento riesce a fare la spesa, portando su prodotti di alimentari e igiene e portando giù i pur pochi rifiuti. Si guastò il televisore, se ne fece portare uno nuovo, grande come il precedente. E l'altro? È ancora lì, in casa, utilizzato per almeno un anno come panca, prima di essere sommerso da altre masserizie. Si guastò il frigo, se ne fece portare uno nuovo. E l'altro? È ancora lì, in casa. Così come il freezer. Così come i divani e i letti che erano utilizzati dai figli. Dopo aver riempito tutte le mensole con giornali e masserizie, è passata ai letti, quindi ai divani, quindi alle sedie. Quella casa, in apparenza così grande, si è ridotta a metà della cucina, metà del bagno e metà della camera da letto. Non può più fare il bagno, perché il fondo della vasca perde acqua, ma ha ancora escogitato un sistema per farsi una breve doccia senza allagare il piano di sotto. Lo sciacquone funziona poco, ma non può spendere soldi per l'idraulico: tiene sempre un secchio mezzo pieno per i casi di emergenza. Metà dell'impianto elettrico di casa è andato durante quel famoso temporale, ma ha risolto legando insieme due prolunghe. Lo scaletto è inutilizzabile ma lo ha usato come mensole supplementari. Tra i libri di scuola dei bambini (di quaranta e più anni fa) ci dovevano essere anche dei soldi, molti soldi, forse anche trecentomila lire: saranno ancora nascosti lì, nessuno li tocca, magari un giorno si potrebbero recuperare per comprare qualcosa di buono. Contro gli insetti e contro i cattivi odori sparge a piene mani deodoranti, antitarme e insetticidi, rendendo così inutilizzabili tante masserizie non troppo ben conservate. Metà del grande armadio potrebbe crollare, ma ha risolto incastrandovi oggetti che non può più estrarre. Rimpiange i tempi di quando era bambina, in campagna, col caminetto, in cui poteva divertirsi a gettare tra le fiamme le cose che non servivano più (anche se i suoi avevano da ridire su questo, spesso lo facevano anche loro). In quella casa non si cammina più: c'è appena un percorso agibile tra l'ingresso e il balcone, incrociando il bagno e la cucina. Non è un problema: l'importante è potersi sedere in cucina, stendersi sul letto, lavarsi e andare al bagno: il minimo indispensabile. La nonnetta non ha più posto a casa. Nel condominio probabilmente nessuno ci fa caso: è così silenziosa, non la vedi mai nemmeno sul balcone, a stento ti accorgi che ha la TV, sai che c'è solo perché vedi una luce in cucina dopo il tramonto. Ma è inimmaginabile che nel pieno centro di Milano, in un mai sonnecchiante condominio tirato a lucido proprio di recente, possa esistere una simile caverna imbottita di vecchi e dimenticatissimi ricordi di una vecchia nonna.

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