lunedì 13 giugno 2011

Una delle cose più odiose della vita è essere buttati fuori da una chat perché per un qualsiasi motivo si è invisi a qualcuno dei moderatori o dei loro leccapiedi. Regolamenti e buon senso non servono a niente: ciò che conta è l'arbitrio più totale di costoro, i “potenti” delle chat, non limitato neppure da scrupoli perché sanno che uno poi, se proprio ci tiene, butterà via un'ora di tempo per entrare con un nome falso (ma solo i perfetti psicopatici hanno sempre quell'ora disponibile). Le chat sono uno specchio perfetto della vita reale, solo che lì le cose avvengono assai più velocemente. Per i potenti delle chat basta un piccolo click sul mouse per cancellare la tua esistenza. “Sei stato sospeso da questa chat fino al 31/12/2099”. Tutto il profilo che avevi creato, tutte le relazioni che faticosamente stavi intessendo, tutte le foto che avevi caricato, tutto svanisce in un attimo, con un clic. Il delirio di onnipotenza, il diritto di vita e di morte su qualsiasi utente, rende i potenti delle chat completamente psicotici, totalmente imprevedibili, come dei drogati allo stadio violento. Non conta la verità, non conta che stavi difendendo una donna dalle cattiverie di un frustrato, non conta che avevi ragione, non conta che non avevi mai ricevuto punizioni, non conta nulla. Il bullo è amico di uno dei moderatori e chiede con una certa furia di cacciarmi via. Detto e fatto. Mi resta, da quel maledetto clic, soltanto qualche contatto su MSN. Un po' come in campagna cento anni fa con un incendio ti porta via tutta la casa, tutti i tuoi averi, tutti i tuoi soldi, e ti restano solo le maniglie della porta della stalla. Solo che ha la durata di un clic.

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