martedì 18 maggio 2010

C'è stato un periodo in cui in ufficio non avevo quasi niente da fare. Navigavo, ripulivo directory, archiviavo posta elettronica, leggevo manuali: detestavo pensare di star lì ed essere pagato per non fare proprio niente. Fino alla fine della giornata, perché detestavo approfittarne. Ancora non ho trovato nessuno che agisca allo stesso modo. Non vedono l'ora di scappare dal posto di lavoro: sia quando sono giornate “tranquille”, sia quando sono giornatacce di lavoro duro. Per molti il “posto” di lavoro è una specie di carcere che si sopporta solo per guadagnare la libertà a fine giornata (e lo stipendio mensile).

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