venerdì 11 febbraio 2011

Non riesco a smettere di pensare alla “cicciona che faceva la scimmietta”. In una chiacchierata goliardica con i colleghi di lavoro direi certamente che la detesto: è comunque vero che ho sempre detestato le donne sovrappeso. Provo compassione per lei? Un po', può darsi. Cosa provo per quella poveraccia che aveva avuto bisogno di bere alcoolici per poter mettersi in mostra? Voleva farsi notare da qualcuno senza essere costretta a pensare che la si nota solo per il suo peso, senza guardarsi sgomenta la pancia debordante dai jeans. Avevo capito il suo stato d'animo, per questo le ho sorriso. Avrà colto il sorriso e lo avrà conservato in cuore, seppure con la paura di scoprire un giorno che non era un sorriso di simpatia. La società impone modelli, comportamenti, ritmi, parole, impone tutto. Chi si discosta dalla media si ritrova ai margini. Alcuni fanno baccano ai margini, in modo da fingere di essere orgogliosi di essere emarginati, come la volpe e l'uva. Altri, molti altri, la maggioranza, soffrono. Come lei con i suoi chili di troppo. Come me con la mia solitudine. Quello scambio - la sua piroetta e il mio sorriso - dimostra che si può essere vivi senza sottostare alle imposizioni di questa società televisiva. Si può essere vivi e felici. Peccato non poterla avere di nuovo accanto. Sarebbe stato bello riuscire a conoscerla. Sarebbe stato bello, sarebbe stato bello, sarebbe... mi sento come un adolescente alla sua prima cotta.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti vengono generalmente pubblicati solo dopo l'approvazione dell'autore del blog.