lunedì 14 febbraio 2011

Preferiva quell'ipermercato perché completamente anonimo. Poteva portarsi a casa tanto di quell'alcool da farci il bagno per una settimana, e nessuno se ne sarebbe accorto. Ed era proprio sulla Statale che attraversava ogni venerdì sera. Nascondere tutto nel cofano e tornare a casa come se niente fosse. A mezzanotte, mentre tutti dormono, sarebbe tornato nel box. Avrebbe acceso la luce fioca del pannello attrezzi, e avrebbe portato le bottiglie sotto il telone nell'angolo. Magari stappandone una nel frattempo: sai, qui si può bere senza essere visti da nessuno. Bere da solo, al buio, mentre il freddo invade il box auto, fino a non sentire più la puzza di copertoni e di gas di scarico. La vecchia poltrona scolorita e strappata lo avrebbe ospitato quando l'alcool avrebbe preso il sopravvento. Il tempo di nascondere tutte le bottiglie (che non vada persa neppure una goccia di alcool!) e ritornare su, in casa, a smaltire la sbornia. Ma no, anche stavolta si era addormentato sulla poltrona sporca e puzzolente di piscio, circondato da bottiglie, e con la plafoniera del pannello attrezzi ancora accesa. Cercò qualche misera spiegazione da dare a se stesso per sentirsi orgoglioso di quel che aveva fatto, ma il puzzo di piscio impediva qualsiasi ragionamento, mentre la testa batteva come se dentro ci fosse qualche matto a martellarne le pareti.

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