venerdì 2 luglio 2010

C'era quel film in cui una ragazza con qualche handicap mentale veniva messa incinta da un conoscente. Dopo averla utilizzata per i propri porci comodi, il conoscente si dilegua. Mi rifiutai di credere che esistessero casi del genere, ma in questo mondo di cattiveria essere ingenui e indifesi significa essere soggetti ad ogni violenza fisica e psichica. Non basta desiderare di essere astuti e forzuti per diventarlo. La ragazza del film porta avanti la gravidanza quasi solo per inerzia, neanche ricordando come era stata ingannata e utilizzata. Immaginai di essere quel bambino diventato adulto e chiedermi: nasco per un'ingiustizia, ma almeno riesco a lamentarmene (ovvero sono vivo). Odio le ingiustizie e odio perfino pensare all'esistenza di ingiustizie. Ma talvolta dalle ingiustizie nasce qualcosa di grande e di imprevedibile. Come un bambino, che è vittima dello stupro (o del “sedotta e abbandonata”) tanto quanto la madre.

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