giovedì 29 luglio 2010

Eravamo ragazzi. Venne a dirmi: provaci anche tu! Quella ci sta con tutti! Ma non volevo provarci. Se davvero ci stesse con tutti allora mi stai mandando da una sgualdrina? Se invece non è vero, allora me la stai rappresentando come una sgualdrina. Se ci sta con tutti e poi respinge me, che figura ci faccio? Se non è vero che ci sta con tutti, che figura ci faccio a presentarmi da lei? Ecco: tutto questo succedeva tra ragazzi. Succede anche oggi. Mi informano del prezzo da pagare per convincerla a “starci”: le prostitute chiedono soldi, le sgualdrine chiedono qualcosa di commercialmente equivalente. Oppure chiedono qualcosa di ancora più impegnativo, una relazione. Oppure apparentemente non chiedono niente perché intendono passare all'incasso più in là, dopo che avranno riflettuto su quale prezzo far pagare. Un puttanaio, uno sterile puttanaio. Ero ragazzo e me ne rendevo conto. Sono adulto e mi rendo conto che è ancora un puttanaio, abbellito con parole e gesti, ma sempre un puttanaio rimane. Ho sempre odiato tutto questo. Quando da ragazzo sentivo parlare in quel modo provavo una istintiva repulsione verso questo marciume elegante, questo puttanaio fatto di parole e gesti, questo mercanteggiare sui sentimenti e sugli istinti sessuali, imponendosi di pensare che il prostituirsi sia solo quello delle battone. Invece io fin da ragazzo ho sempre desiderato una donna sana, normale. Per tanti motivi diversi, non sono mai riuscito a stabilire una relazione con quelle che ho incontrato. Il puttanaio se lo tengano gli stupidi.

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