mercoledì 18 maggio 2011

“Fervono” i “grandi preparativi”. Quando si pronunciano queste parole, si tenta di dare importanza a ciò che non ne ha. Si tenta di rendere emozionante ciò che non lo è. Si tenta di spacciare per grandioso ciò che è ordinaria amministrazione. Si vuole trasformare la noia in passione e la fretta in entusiasmo. L'Italia è piena di minuscoli stupidi eventi preceduti da “grandi preparativi”, perché l'Italia televisionata è piena di gente che vuole spettacolarizzare tutto, compresi i preparativi (che diventano “grandi” e che perciò “fervono”). Quando “fervono” i “grandi preparativi” c'è sempre qualcuno che dirige, organizza, comanda: lavorare no, perché lui deve dirigere, organizzare e comandare. Quando “fervono” i “grandi preparativi” c'è la bassa manovalanza (come me) che suda sette camicie agli ordini di un autonominato ammiraglio che si mostra tanto stupido quanto pignolo, tanto “fervente” quanto ossessivo nel comandare questo e quello. I “grandi preparativi” sono un surrogato psicologico per far sembrare ancor più grande l'evento e sono assolutamente necessari a chi sa che l'evento è tutto sommato insignificante.

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