lunedì 2 maggio 2011

Una miriade di siti web per trovare l'anima gemella. Miriadi di profili imbottiti di gusti e preferenze, caselline da cliccare, foto da inviare, descrizioni (brevi, brevissime, inesistenti) da inserire. Per un attimo ho avuto un brivido: quel genere di siti web è un altro dei tanti sistemi per schedare la gente, per di più sotto il profilo sentimentale, cioè quello che si presta maggiormente all'inganno e al ricatto. Poi metto temporaneamente da parte l'idea e comincio a guardare quella carrellata di volti di donne. Non so se ci sia mai stata un'epoca storica con tanta solitudine da dover creare strumenti per trovare “l'anima gemella”. Nei tempi in cui la vita sociale era scarsissima, solo i più cocciuti misogini restavano scapoli. Nei tempi in cui il divorzio era proibito, occorreva essere particolarmente stupidi e violenti per rovinare il proprio matrimonio. Scorro le foto di quelle poveracce e trovo tante divorziate, tante separate, tante con figli a carico ma senza la cosiddetta “anima gemella”. Nell'epoca del social networking, nell'epoca della socializzazione forzata fin dall'infanzia, si arriva a 35, 40, 45 anni soli, reduci da tristi storie, o forse senza mai aver avuto una storia d'amore. E si finisce a partecipare volontariamente a questa schedatura di cuori affranti.

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