lunedì 16 maggio 2011

Non c'è bisogno di sprecare nemmeno una millicaloria per detestare la chiesa cattolica. È già condannata. È praticamente in coma. Un'entità che ha bisogno di attirare i fedeli che scappano, per poi rimproverarli perché non sono abbastanza evangelizzatori di pace e di solidarietà, ha i giorni contati. La maggioranza dei preti supera i sessanta-settant'anni, c'è bisogno di preti di importazione, i quali non vogliono (o non riescono) a “italianizzarsi”. I conventi chiudono uno alla volta, uno stillicidio silenzioso. Le chiese, una volta pullulanti di messe e di fedeli a tutte le ore, diventano sempre più brutte e più vuote. Il numero dei funerali sorpassa grandemente quello dei battesimi. Le chiese si riempiono solo a Natale, a Pasqua e ai matrimoni; nei primi due casi si notano sempre più numerosi gli anziani (ai giovani interessa sempre meno), nel caso dei matrimoni si nota solo tanta scenografia e tanto baccano. La chiesa è ormai un cadavere tenuto in piedi solo perché appoggiato al muro: guardate, ha gli occhi aperti, dunque vuol dire che è vivo (ma è veramente vivo un cadavere con gli occhi aperti?) Ci vorranno vent'anni, trent'anni al massimo, per vedere dimezzati i preti e i fedeli e le chiese; i conventi diminuiranno ancora più velocemente. Inutile sprecare fatica per odiare la chiesa cattolica: visto che nessuno riusciva ad ammazzarla, ha preferito suicidarsi lentamente.

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