lunedì 23 maggio 2011

Il capo mi chiede se quella sua irrealizzabile idea si può realizzare, e addirittura mi chiede quali vantaggi potrebbe portare. In parole povere, avrà sciorinato qualche idiozia estemporanea a quelli del marketing ed ora viene da me sorridente e deciso a comandarmene la realizzazione, pretendendo addirittura di sapere a quali “vantaggi” presenti e futuri porterà (vuol dire che neppure quei tonti del marketing l'hanno bevuta tutta). Metto in azione tutta la mia intelligenza e tutta la mia creatività, ma c'è poco da fare: un'idiozia è sempre un'idiozia, anche se ci infili in mezzo tutti i paroloni pomposi (ciò che fanno ordinariamente proprio quelli del marketing). Il capo mi guarda con un'aria di superiorità e di seccatura: “a questo sapevo arrivarci anch'io”, dice a voce alta, in modo che lo sentano tutti. Umiliarmi non servirà a migliorare la tua idea idiota. Umiliare un sottoposto è il modo migliore per disattivargli tutta la creatività e l'inventiva di cui in questo momento hai bisogno (e di cui fai finta di non aver bisogno). Ma quell'idiozia è davvero troppo idiota, è davvero impossibile cavarne qualcosa di decente. Il capo va via sbuffando e pestando i piedi sul pavimento, come a manifestare la sua seccatura. In realtà la sua seccatura è di non essere riuscito nè a trasformare l'idiozia in idea geniale, nè a scaricare la colpa su qualcun altro. Ho poco da festeggiare, comunque, perché presto tornerà all'arrembaggio, coinvolgendo altri, alzando il tiro, accampando scuse e inventando spiegazioni che meriterebbero, più che uno sbadiglio, una risata. Così vanno avanti le aziende italiane. Gli incompetenti comandano, i competenti devono assecondarli (cosa che tipicamente li costringe a non utilizzare la propria competenza, la propria intelligenza, la propria creatività).

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti vengono generalmente pubblicati solo dopo l'approvazione dell'autore del blog.