martedì 6 settembre 2011

Ieri sera verso le 23:45 quelli del piano di sotto litigavano ancora. Urla sconnesse, urti violenti sulle pareti, alternati a piccoli periodi di silenzio o di parlottare a bassa voce. Ho dormito male, un sonno agitato, sogni strani in cui forse ritornavano in mente i ricordi di quelle urla, il desiderio irrealizzabile di chiamare i carabinieri per evitare il peggio (o almeno per farli tacere). Ma è inutile. I carabinieri sarebbero giunti troppo tardi, avrebbero trovato solo il silenzio. Avrebbero giustamente preteso di sapere chi sono io e perché li ho chiamati. Quelli del piano di sotto avrebbero saputo della mia bravata, avrebbero minimizzato e avrebbero fatto di tutto per farmela pagare cara senza lasciare tracce legalmente perseguibili. Così ho passato la notte agitata con davanti una giornata di lavoro combattendo la spossatezza e il sonno. Questa è solo un'altra delle tante piccole ingiustizie che mi tocca subire quotidianamente. Non poterli denunciare se non dopo la dimostrabile certezza che è successo qualcosa di gravissimo. Non poter dormire a causa loro.

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