mercoledì 6 ottobre 2010

Alcuni miei amici volenterosi e altruisti vogliono presentarmi una donna. Come se questo bastasse per fidanzarmi. Ottima candidata, mi dicono, è single ed è a caccia. Vogliono perfino farmi vestire in modo da colpire la sua immaginazione (non ho idea di cosa vorrebbero farmi indossare per la cena di gala in cui avverrebbero le presentazioni). Per puro caso sento pronunciare il suo cognome. Controllo su Facebook, che vale più dei servizi segreti. Tante col suo stesso nome, ma solo una ha “amicizie” comuni a me e agli amici che vogliono presentarmela. Ahi, ahi. Otto anni più di me. Un numero di amicizie spropositato. Centinaia di fotografie. Ampia dimestichezza con battutine volgari e immagini che insinuano qualsiasi cosa riguardi il sesso. Ma guarda, ha anche un suo sito web personale, imbottito di filosofeggiamenti da donna che vuol nascondere la propria solitudine. Ma è nelle sue foto di Facebook l'impressione peggiore: i commenti degli “amici” uomini sulle sue fattezze fisiche. Per una sola di quelle battutacce oscene io avrei cancellato l'amicizia non solo su Facebook ma anche nella vita reale. Invece lei risponde compiaciuta. Dev'essere una che disprezza se stessa. Dev'essere una che ha superato la fase del mendicare attenzioni ed ha cominciato quel percorso di lenta autodistruzione mediante banalizzazione e sprezzo della propria vita. Attiva in tanti campi compreso il volontariato (chi ha sempre tempo da perdere finisce sempre nel volontariato: non un gesto di cuore ma un passatempo di cui vantarsi su Facebook). Mi correggo: non è attiva ma è iperattiva. Fa tante cose perché vuole elogi, vuole qualche complimento, vuole una parola dolce. Ma anche quando ne ottiene non le basta mai, perché non crede più alla sincerità degli uomini, tutti interessati al suo corpo. Ma anziché custodirlo, ne fa oggetto di conversazione senza censurare alcuna allusione. E' circondata da maiali, di quel genere di maiali che non si allontanerebbero neanche quando si rendessero conto dell'impossibilità di portarsela a letto. Da quel branco di maiali lei cava una falsa compagnia, dei falsi sorrisi, delle false dolci parole e soprattutto delle vere allusioni, vere illazioni, vere (sottilmente intese) proposte indecenti. E' ormai il suo piccolo mondo: dedicherà non più di qualche ora al giorno a Facebook, ma le restanti venti-ventidue ore del giorno le sembreranno meno vive di quando vede scorrere su quello schermo le più o meno gentili volgarità degli “amici” uomini e delle amiche volgari come loro. Non è la donna per me. I miei amici pensano di farmi una gradita sorpresa con questa donna dal bel fisico “a caccia” di un uomo normale. Ma lei sembra già convinta che l'uomo “normale”, se non lo ha trovato fino ad oggi, non lo troverà mai. Sotto le spoglie di un uomo normale, lei ne è convinta, non può non celarsi un maiale. Quante ne inventano i maiali pur di raggiungere il loro scopo! Come faccio a fidarmi? Lei odia se stessa, perciò nonostante le parole brillanti e la facilità con cui entra in relazione con nuove persone, nonostante la cultura e nonostante l'eccellente aspetto fisico, è sola perché ha deciso di rimanere sola. A parole e col cuore non desidera rimanere sola, ma nel profondo del cuore ha già stabilito che la sua vita sentimentale, bruciata fino ad oggi, non ha né presente né futuro. Si è già adeguata da tempo a quei “guardoni da Facebook”. Ciba la sua mandria di maiali mettendo continuamente foto del suo corpo e del suo volto. Non è la donna per me. Non perché sia circondata dai maiali, ma perché in fondo in fondo lei quei maiali ha deciso di tenerseli intorno. Non è la donna per me perché mi vedrebbe come uno dei tanti pretendenti alle sue carni che, temo, avrà già concesso a più d'uno, restando single perché non è concedendo le proprie carni che si conquista per sempre il cuore di un uomo. Per la sera del grande incontro organizzato, mi darò per malato. Se potessimo parlare a cuore aperto e con sincerità, io le direi: “sono disposto ad amarti per sempre” e lei risponderebbe “sì ma la mia mandria di maiali non si tocca, e chi sei tu per pretendere che io smetta di odiare me stessa? cosa vuoi, vuoi forse che io cerchi compagnia in te piuttosto che su Facebook? pretendi forse che dopo tanti anni io ricominci ad amare sinceramente me stessa come condizione preliminare per amare sinceramente te?”

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