lunedì 18 ottobre 2010

Intrattengo una piacevole corrispondenza con tante donne. Facebook, commenti sui blog, messaggi nei forum, email, SMS. Sono tutti strumenti “passivi”. Leggi quando ti va, rispondi quando ti va e come ti va. Hanno tutto il tempo di reagire, capire, spiegarsi. Normalmente la comunicazione scritta dà spazio a equivoci perché non tutti sanno utilizzare la lingua italiana e allora ti sparano un'espressione apparentemente dura e cruda solo perché non sapevano ingentilire, solo perché sfuggiva loro qualche sinonimo appropriato. Intrattengo una piacevole corrispondenza perché spero che qualcuna di loro prima o poi si invaghisca di me. Ma tutte queste donne, anche quando fossero segretamente a caccia di un marito, finora hanno sempre fatto in modo che il rapporto con me non vada al di là dell'amicizia. Di certe donne mi domando come mai riescano a confidare a me cose di cui non hanno il coraggio di parlare con i rispettivi mariti. Hai un marito (cioè uno con cui hai deciso di condividere tutto, “gioie e dolori”), ci vai perfino a letto dicendogli che lo ami, e poi non riesci a confidarti con lui ma ti confidi con uno come me (sapendo bene che io desidero stare insieme ad una donna). Perché lo fai? Perché?

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