martedì 21 settembre 2010

Nelle galere romane eri incatenato al tuo lavoro e passava l'aguzzino con la frusta a risvegliarti quando necessario. Ora non ci sono più catene. Ci sono le malattie professionali, quelle vere, non quelle certificabili dalla ASL. Cioè il mobbing, lo stress, la riduzione a larve obbedienti che lavorano meccanicamente, la trasformazione in bestie permalose e terrorizzate da qualsiasi cosa e che scaricano sugli altri il lavoro perché hanno (legittimamente) paura di incredibili complicazioni. La prima malattia professionale è la sfiducia nei propri colleghi e nei propri dirigenti. La grande malattia non riconosciuta è il capo che ti guarda con fastidio anziché esserti grato per ciò che hai fatto e che lui ancora non ha saputo riconoscere. La più terribile malattia professionale è dover realizzare cose impossibili in tempi brevissimi per un capo che sa solo minacciare velatamente. Il lavoro, oggi, può toglierti la salute più di quanto non potesse la galera romana con le sue fruste, le sue catene e i suoi remi.

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