martedì 7 settembre 2010

Questa vecchia amica mi contatta sul MSN e apre un lungo, fastidioso, complesso discorso che si può sintetizzare così: “domenica prossima mobilita il tuo amico col Mercedes, passatemi a prendere (15 chilometri da qui) e accompagnatemi dal mio ex (70 chilometri da qui) perché sono sicura che lui le domeniche sta dal fratello e quindi potrò incontrarlo e parlargli”. Con molta delicatezza tento di farle notare che la richiesta, così minuziosamente pianificata e così chilometricamente espressa, è semplicemente comica. Comica, sì, proprio comica. Penso che tutte le donne, chi più, chi meno, sappiano essere così attente all'obbiettivo che si sono poste, da dimenticare anche il buon senso. Man mano che insisteva (senza recedere di un millimetro) mi sostituivo al suo buon senso ricordando che un “ex” che ti ha piantata non si ravvederà di certo nel vederti. Ricordando che un “amico col Mercedes” (tanto meno un amico non tuo ma mio) non è un autista a tua disposizione (specialmente nei giorni festivi). Quale impressione avrebbe poi fatto la tua sontuosa discesa dal lussuoso Mercedes in compagnia di due uomini sconosciuti? Naturalmente il pedaggio autostradale e il carburante dovevano essere a spese dell'amico, o al più mie: dopotutto lei era solo la persona da “accompagnare” (gratis), non vorrete mica pretendere qualcosa per l'onore concessovi di accompagnarla? Niente da fare: lei non recede di un millimatro. All'improvviso, visto che ho perso più di quaranta minuti in chat con lei senza concludere nulla, mi sento dire: “tu non vuoi proprio ascoltarmi. Addio”. E un attimo dopo mi cancella dai suoi contatti. Nei secondi in cui rimanevo attonito di fronte al computer riflettevo su quest'assurda malattia tipicamente femminile che ha questi due sintomi: decidere che sono amabili solo gli uomini che le maltrattano e (secondo sintomo) seguire i propri progetti infischiandosene della realtà e del buon senso. Sono due facce della stessa medaglia. La seconda faccia può essere semplice maleducazione (cioè una malattia tutto sommato curabile). Ma il riconoscere come “amabili” solo gli uomini che le maltrattano è davvero una patologia grave. Donne insoddisfatte di se stesse che desiderano soffrire ancora di più e decidono che è da amare solo l'uomo che le maltratta come se fossero stracci usa e getta.

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