mercoledì 15 settembre 2010

Quando parliamo, vogliamo essere ascoltati e capiti: è ovvio. Ma spesso non ci rendiamo conto che per essere capiti occorre esprimersi in una maniera adeguata alle capacità, conoscenze, pregiudizi dell'interlocutore (per esempio non si può parlare di signoraggio ad una che lavora in banca). Mi stupisce che le donne (non tutte, ma molte) vogliono essere capite anche quando parlano in modo criptico. Un amico mi diceva che parlano per “sillogismi senza la premessa maggiore”. Il sillogismo è composto da una premessa maggiore e una premessa minore, da cui si trae la conclusione. Quando si tratta di affari di cuore, succede spesso che le donne spesso ti parlano (parlano, parlano, parlano) dandoti solo la premessa minore, come se la maggiore (cioè la più importante) fosse sottintesa e immediatamente comprensibile a chiunque, e si aspettano che tu dia la risposta, la soluzione, conforme a ciò che loro stanno pensando in quel momento. Si tratta di un atteggiamento fastidiosissimo per le persone come me che non sono capaci di dedurre immediatamente ogni “segnale”, ogni “sottinteso”, ogni “ovvietà” (le donne pensano che i loro “segnali” siano sempre chiari e immediatamente comprensibili, pensano che ciò che hanno già in testa sia “sottintendibile” in ogni momento e da chiunque, pensano che ogni cosa che vedono come “ovvia” debba necessariamente essere tale anche per te che le stai ascoltando). Non te lo dicono: devi capire... e se non capisci sei uno stupido, un intollerante, uno che non è capace di ascoltare, uno sporco maschio sciovinista (senza che nessuno sappia cosa significhi “sciovinista”).

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