giovedì 9 settembre 2010

Tutto questo avviene perché il cliente non sa cosa vuole, e lo pretende subito e perfetto e pronto ed economico, anzi, gratis. Avviene perché il capo non saprebbe cosa vuole il cliente, neppure se il cliente lo sapesse e glielo dicesse dieci volte con la massima chiarezza. Il capo non sa lavorare. Non sa neppure cos'è il lavoro. “Sa” solo che noi siamo dei perdigiorno che non vogliono lavorare come dice lui. “Cambiate lì, che ci vuole? Cinque minuti” Per lui tutto è “cinque minuti” (intendendo con ciò cinque minuti secondi, non cinque minuti primi). Dopo la centesima volta che gli spiego che quei cinque minuti secondi sono in realtà cinquantacinque minuti primi e che quella modifichina intaccherà negativamente undici ambiti diversi e richiederà parecchi giorni di aggiustamenti e prove, mi sono arreso. Se è di buon umore risponde ottimisticamente di fare una prova veloce e approssimativa (di cui però non si assume responsabilità: tutto deve funzionare, tutto “non può” che funzionare). Se è di cattivo umore (cioè quasi sempre) ci etichetta come incapaci, disfattisti, incompetenti, immeritevoli dello stipendio (che è basso rispetto ad altri mestieri molto meno stressanti di questo). Questo è il dramma di noi che lavoriamo producendo. Chi produce è maltrattato. Chi è incapace di produrre, si ritrova a comandare (non si sa perché, ma pare che sia sempre così). Naturalmente non sa comandare: per comandare bisogna saper lavorare, bisogna conoscere i limiti propri e degli altri, bisogna avere più qualità di chi deve lavorare. Qualità che non hanno. E quando non hanno nessuna qualità, allora non comandano: “decidono”. Le strategie aziendali sono decise da gente completamente estranea a questo mestiere. Quanto mi piacerebbe essere imprenditore di me stesso. Ma non posso. Oggi, in Italia, la burocrazia ti strangola. Non puoi avviare una tua attività se non hai un capitale da investire. Il solo tenere libri contabili e partita iva è un onere fastidioso e una spesa sul collo. Lavorare da dipendente ti lascia almeno quello spazio di libertà da quando esci di sera a quando rientri nel successivo giorno di lavoro.

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