martedì 21 settembre 2010

Una volta, forse, esisteva una società in cui il lavoro aveva a che fare con la dignità della persona. Una società in cui non importava cosa facevi, ma importava che lo facevi bene. Una società di gente semplice, di poveri, di poveracci e di straccioni che costruiva cattedrali, pur abitando in catapecchie, incuranti del fatto che solo i loro nipoti avrebbero vista completata l'opera. Una società in cui non contavano le date di consegna, dove nessun capo urlava “entro il mese”, “entro la settimana”, “entro domattina”. Una società dove i dirigenti erano grati e rispettosi dei loro sottoposti, specialmente i più umili. Una società dove le paghe e il vitto, dai livelli più alti ai livelli più bassi, differivano poco. Lavoratori che edificavano cattedrali senza utilizzare altro che martelli, assi di legno, carriole improvvisate. Senza elettricità, senza motori, senza chimica né tecnologia. Terremoti e calamità non hanno intaccato Santa Maria del Fiore a Firenze, non hanno rovinato il Duomo di Milano, non hanno distrutto la Basilica di San Pietro. Dal progetto alla realizzazione, tutti avevano lavorato orgogliosi del loro lavoro, perfezionisti nel realizzarlo, senza barare, senza approssimare, senza affrettarsi, senza fingere di aver completato il lavoro della giornata, senza combattere la lentezza nelle consegne, senza rubare i materiali e gli strumenti, senza aver bisogno di mettersi in mostra con la dirigenza. I loro nomi, a noi illeggibili, sono scritti in ogni pietruzza. Una vita intera in un lavoro manuale, faticoso, meccanico, ma soddisfacente, ben fatto, umano, senza inseguire scadenze, senza sottostare a date impossibili e requisiti irrealizzabili, senza dover mai ricorrere a sotterfugi e trucchetti per evitare sgridate e rappresaglie. Una vita intera a lavorare per qualcosa di maestoso e senza l'incubo del capo con le sue scadenze, le sue manie, le sue fissazioni, le sue odiose esigenze, i suoi fastidiosi ed ipocriti ragionamenti sul tempo e sul denaro.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti vengono generalmente pubblicati solo dopo l'approvazione dell'autore del blog.