martedì 22 giugno 2010

Come odio quelle occasioni in cui il capo ti dice: preparati a lavorare su questa cosa, ma qualche giorno dopo cambia idea. Mi è capitato tante volte di dire agli amici: dovrò lavorare su questo, oppure: andrò lì a lavorare. E poi smentire tutto, magari proprio il giorno dopo averlo detto. A noi che produciamo, il nostro lavoro viene considerato merce, e le nostre persone vengono considerate come contenitori di quella merce. Se per caso ci ammaliamo, o anche se chiediamo un giorno di ferie per importanti impegni (quale può essere per esempio un funerale di un parente che abita lontano), il datore di lavoro si sente truffato, perché ai suoi occhi il contenitore a due zampe anziché contenere cento contiene venti. Non solo siamo contenitori a due zampe: siamo anche responsabili di garantirne la merce contenuta, cioè il lavoro. Chi pensa che il lavoro sia una merce diventa uno schiavista.

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