martedì 22 giugno 2010

Parlando di donne, la differenza tra “attraente” e “sexy” sta nel fatto che “sexy” risveglia automaticamente tutti i bollenti spiriti (dico “automaticamente” perché se lei espone anche soltanto un po' di coscia o un po' di scollatura, lui si ritrova sempre a pensare “hmm!” anche se è una noiosa vacca invecchiata). La donna attraente, invece, ti attrae, ti colpisce, sta lì senza far nulla e ti fa venire perfino il batticuore. Non è “sexy” ma è bella. Non espone curve, non mette in mostra, non sottolinea, non fa intravedere, non suggerisce, non fa niente, niente di niente. Però ti colpisce. Misteriosamente, ti colpisce. C'è un livello di bellezza che è quasi estraneo a ciò che vedi. Esiste una bellezza che non ha bisogno di essere “sexy” (nel significato esatto di tale termine: “sessuale”; solo che “sessuale” è brutto e perciò utilizziamo l'ambiguo inglese “sexy”). Quel livello di bellezza che ti colpisce senza essere “sexy”, io lo chiamo “femminilità” (anche se questo è un termine tanto abusato): ti resta una specie di nostalgia quando lei non è più davanti ai tuoi occhi. La collega cattolica (come tutte le donne che apprezzo in modo particolare) ha questa capacità di vestirsi con femminilità (ma non è solo questione di vestiti).

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