martedì 21 dicembre 2010

In una qualsiasi azienda o istituzione, ai vertici dovrebbero esserci persone che conoscono talmente bene il mestiere da fare le scelte giuste al modo giusto. Invece ci sono degli emeriti ignoranti. Considerano le persone come pedine su una scacchiera, intercambiabili, sacrificabili, rimpiazzabili. Considerano gli oggetti come mattoni elementari, sicuri, certificati, componibili. Bisogna andare lì? Si prenda un treno. Non sanno che c'è lo sciopero dei treni. Non sanno che i treni ritardano. Non sanno che l'ora di viaggio in treno è da sommare, oltre che ai ritardi, anche al tempo materiale necessario per andare in stazione, uscire dalla stazione, trovare il binario giusto, trovare l'uscita giusta. Il treno arriva alle 15 in punto? Ci vogliono almeno cinque o sei minuti per arrivare al punto dove ci sono i taxi. Anzi, ce ne vogliono dodici, perché la tua vettura era una delle ultime e quindi hai dovuto camminare per qualche centinaio di metri in più. C'è una corsa di metropolitana ogni due minuti? Loro dicono “ogni trenta secondi”. Poi ci metti sette minuti solo per scendere dal livello strada al binario, e lì trovi un'attesa “prevista” di quattro minuti. Trovi il treno pieno fino all'inverosimile perché non passavano da alcuni minuti (e perciò si è formato l'effetto fisarmonica). Sei costretto a prendere il treno successivo. Il viaggio non dura i dieci minuti che il capo aveva preventivato, ma dura ventotto. All'uscita è un problema perché c'è una folla mai vista (proprio quel giorno? o è così tutti i giorni?) Non ditemi che avevate calcolato il treno alle 15 e l'appuntamento alle 15:10. Non ditemelo. Lo so già. Quel viaggio di un'ora di treno è durato due ore abbondanti. Quei dieci minuti di metropolitana, sommati i tempi intermedi e i piccoli inconvenienti, è durato un'ora abbondante. Se il vostro dipendente arriva lì alle cinque passate, non è colpa sua ma è colpa delle vostre stime ossessivamente ottimiste: “treno? poh, un'ora e sei lì... metro? bah, dieci minuti e sei là”. Considerate le persone come pedine su una scacchiera e perciò considerate anche gli oggetti (treni, computer, autovetture) come pezzi che in un “poh” e in un “bah” risolvono i vostri problemi anziché crearvene. “La prossima volta noleggeremo un'auto” dice con fare nervoso un altro dei capi. E allora il traffico? I tempi morti dal distributore? I tempi morti per ricevere e per riconsegnare l'auto? E se l'auto si dovesse guastare? E se succede un incidentucolo come un tamponamento in pieno centro? No, niente. I capi ragionano per figure mitologiche: il “poh” e il “bah”. Tutto è risolvibile. “Ma lì basta tenerci un computer che faccia questo”. Sì, il computer che ragiona da solo come vogliono i capi. Ci vuole una persona che faccia funzionare il computer. “Poh, trecento euro, lo si compra al supermercato”. Già: quanto tempo ci vuole per comprare un computer e metterlo in condizioni di operatività? Non meno di un giorno di lavoro. E se poi il computer vien fuori difettoso? E se poi qualche pezzo non si riesce a collegare alla rete aziendale? E se poi prende un virus? No, per i capi tutto è facile: “bah, che ci vuole? basta comprare uno di quei computer economici, duecento euro scarsi”. Facile essere ottimisti: basta dire “poh” e “bah”. Poi vai al supermercato e scopri che il più economico costa cinquecento euro. Telefoni al capo (a tue spese!) e lui ti sgrida perché “non può essere, guarda bene!” Capo, l'offerta speciale è di 499 euro, e l'unico al di sotto di questo prezzo non ha la memoria che avevate stabilito nella riunione. Altre sgridate (sempre a mie spese!) Ok, provo nel negozio di informatica dopo l'incrocio. Un'ora già persa (eppure “poh, che ci vuole? dieci minuti, vai lì, lo compri, lo porti qui”). Negoziante: “abbiamo questo da 399 euro in offerta speciale”. Altra telefonata, altra sgridata, stavolta con l'ordine di prenderlo. Già immagino nella riunione successiva, quando si accorgeranno di aver sforato su tutti i “poh” e su tutti i “bah”. Si accorgeranno che tutto è costato il doppio (sia in termini economici che di tempo che di persone da utilizzare), ma non saranno capaci di far tesoro della lezione. Non saranno capaci perché non lo sono mai stati. È tutto un “poh” e un “bah”. Saranno capaci solo di dire: “riduciamo il gruppo di lavoro da così a così”. Prima sprecano in mille rivoli e poi tentano di rifarsi sul punto più debole, cioè su noialtri che compiamo materialmente il lavoro e che veniamo utilizzati perfino come galoppini da supermarket.

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