martedì 14 dicembre 2010

“Sono una di quelle! Sono una di quelle!” le scrisse la donna. “Vado con tutti! Lo faccio con tutti! Con te e con Enzo e con gli sconosciuti!” Era furiosa: voleva che lui si rimangiasse la parola, a costo di pronunciare anche il dolorosissimo nome di Enzo. Voleva fare “con tutti” e di testa sua, ma senza essere etichettata “una di quelle”. Si illudeva che “spassarsela” fosse non solo diritto inalienabile di ogni donna, ma fosse anche esatto sinonimo di quelle certe cose che si vedono in quei certi film. Così, quando uno innamorato di lei tentò di dirle di non comportarsi come “una di quelle” (lo aveva detto più per gelosia che per buon senso), lei si era scatenata come un cane idrofobo. E lui, che aveva chiuso in tempo la telefonata perché addolorato e stanco, cominciò silenziosamente a piangere qualche attimo dopo perché gli era appena arrivato il violentissimo messaggino: “Sono una di quelle!”

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