lunedì 22 novembre 2010

C'è gente che disegna fumetti solo per rappresentare i propri sogni. Scrivono storie solo per aiutarsi a sognare meglio. Anch'io ho scritto racconti, ma l'ho fatto per descrivere immagini e situazioni che non volevo dimenticare. Quando li ho scritti, non infilavo eventi e discorsi per far “andare avanti” la trama. Non spingevo io la trama, ma cercavo di seguire i personaggi che mi ero inventato, nella maniera più realistica possibile, come se io avessi davvero creato una vita e la guardassi fiorire. Questa è la virtù degli artisti veri, degli scrittori veri (ma io sono semplicemente troppo misero e ingenuo per poter pensare di vivere da scrittore). I sognatori raccontano i propri sogni. Gli scrittori veri raccontano storie che parlano, storie reali, vissute, vivibili. Per questo i sognatori sono noiosi e gli scrittori veri provocano vere emozioni. Il vero dramma di certi filoni letterari, per esempio il fantasy o la fantascienza, è che togliendo l'elemento di fantasia (come i motori intergalattici o le streghe-lupo della foresta) si ottengono storiette di cronaca, raccontini contenenti misere scene di vita quotidiana, solite gelosie, soliti amori, solite infatuazioni, soliti lieto fine (oppure stupida fine). Sono scritti da sognatori, non da scrittori veri.

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