sabato 13 novembre 2010

Sono un eterno precario. Non soltanto col lavoro ma anche con la vita. Sono nelle condizioni di chi non fa più fatica ad ammettere le proprie sconfitte e si rende conto che anche ammettendole non cambia niente. Mi sento vecchio non per l'età o per la salute, ma per il numero di promesse a cui ho creduto e che non sono state mantenute. Mi sento vecchio perché le donne da cui sono attratto sono tutte già impegnate, oppure mi vedono come fumo negli occhi, oppure si ostinano a vedermi come amico. Mi sento vecchio e precario perché il mio lavoro consiste anzitutto nel convincere i capi che ho lavorato davvero e che sto lavorando davvero. Precario, vecchio e precario: così ho passato i migliori anni della mia vita.

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