martedì 30 novembre 2010

La nonnetta tira fuori un bastone che aveva portato con sé e lo agita minacciosa verso l'impiegato alla scrivania. “Ho famiglia”, dice quello tradendo la paura, “e poi le regole erano tutte nel contratto!” “Ma a me era stato detto che avrei guadagnato e invece ora mi tocca pagare? Voglio subito il responsabile, rivoglio indietro i miei soldi!” “Ma io sono solo un impiegato”, piagnucola tremante, “io devo solo far andare le pratiche così come scritto nei regolamenti, io non ne ho colpa!” dice cercando con la mente un trucco per scaricare la responsabilità su qualche persona inesistente. “Sì, ma chi è il responsabile?” In quel momento finalmente entrarono le forze dell'ordine e bloccarono la donna. “Vacca lardosa, mucca pazza! Sì, mucca pazza!” disse l'impiegato quasi gridando, una volta che tutti furono via; “te lo meriti, non leggi il contratto, te lo meriti!” Il contratto, quello con scritte tutte le clausole in una lingua fumosa e farraginosa che somigliava all'italiano. “Una misera provvigione per pagarmi il mutuo, e poi devo rischiare anche la bastonatura? te lo meriti, cicciona inutile, scarto della società, te lo meriti”. Una misera provvigione, mi danno, per vendere questo Prodotto proprio alla gente come te, che conserva i soldi per imprecisati utilizzi futuri e poi si fa circuire dal primo mago che promette l'affarone per diventar ricchi senza fatica. Una misera provvigione per estrarre i vostri soldi, una misera provvigione per pagare finché vivo la casa in cui ho sempre abitato.

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